Uilp, i primi effetti del piano sanitario regionale

Uilp, i primi effetti del piano sanitario regionale

Problema segnalato al direttore z.t. n. 13 (ex ASL) Michele Carmosino

«I cittadini ci hanno segnalato un grande problema speriamo che questo non sia uno degli effetti del nuovo Piano Sanitario Regionale. Che cosa accadeva fino ad ieri: l’ammalato, spesso non autosufficiente, a seguito di richiesta di visita specialistica del medico di famiglia veniva visitato o nel reparto del servizio Igiene Mentale dell’Ospedale Mazzoni o direttamente a casa. In entrambi i casi un parente dell’ammalato doveva recarsi al reparto interessato per prenotare, al 3°piano,  presso la segreteria la visita. Qui, normalmente, un addetto di segreteria apponeva sulla ricetta un “codicillo” relativo alla prestazione invitandolo a recarsi all’Ufficio Accettazione Cassa per l’eventuale pagamento del ticket se dovuto. Il nostro utente è quindi costretto a riprendere l’ascensore uscire dal blocco centrale del nosocomio e recarsi presso la palazzina interessata. Fila per esperire la procedura, etc. e  nuova perdita di tempo ( immaginiamo questa odissea fatta da un anziano, e/o da un non autosufficiente. In questo caso chi lo accompagna è costretto a lasciarlo da solo nel reparto della visita con grande apprensione - cosa già denunciata dalla scrivente). In ogni caso se tutto va a buon fine (pagato l’eventuale ticket ecc) il nostro “Ulisse” torna al reparto e finalmente può o far visitare il paziente o consegna la documentazione necessaria per la visita domiciliare. Normalmente questa visita avveniva dopo circa  tre o quattro giorni previa telefonata di avviso. Nel corso della visita il dottore della ASL stabiliva il cosiddetto Piano Terapeutico annuale per effetto del quale ilo medico di famiglia, periodicamente, compilava la ricetta medica per il ritiro, in farmacia, dei medicinali prescritti. (in monti casi trattasi di medicinali  che vanno prenotati nella farmacia e sono sotto controllo). A mio avviso  mi sembra che nonostante qualche difficoltà gestibile, accettabile e migliorabile (vedi l’odissea del timbro ricetta già più volte denunciato dalla UILP) il modello funzionasse. Che cosa accade oggi dal 1°di settembre 2007: l’ammalato, spesso non autosufficiente, a seguito di richiesta di visita specialistica del medico di famiglia è visitato o nel reparto del servizio Igiene Mentale dell’Ospedale Mazzoni o direttamente a casa. In entrambi i casi un parente dell’ammalato dove recarsi al reparto interessato per prenotare, al 3°piano,  presso la segreteria la visita. Qui, normalmente, un addetto di segreteria appone sulla ricetta un “codicillo” relativo alla prestazione invitandolo a recarsi all’Ufficio Accettazione Cassa per l’eventuale pagamento del ticket se dovuto. Il nostro utente è quindi costretto a riprendere l’ascensore uscire dal blocco centrale del nosocomio e recarsi presso la palazzina interessata. Fila per esperire la procedura, etc. e  nuova perdita di tempo. In ogni caso se tutto va a buon fine (pagato l’eventuale ticket ecc)  “Ulisse” torna al reparto e finalmente può o far visitare il paziente o consegna la documentazione necessaria per la visita domiciliare. Oggi poiché la visita viene esclusivamente fatta dal titolare del reparto Igiene mentale o da un suo unico fiduciario possono “passare” anche due settimane prima che venga effettuata la visita medica. Spesso viene indicato anche il giorno possibile della visita ma se questo, per 1000 motivi, legittimi, non viene mantenuto può accadere che il parente dell’ammalato, per garantire la sua presenza,  può aver preso, inutilmente, un giorno di ferie. E questo inconveniente può anche ripetersi con ulteriori aggravi di tempo e di costi. Nel corso della visita il dottore della ASL stabilisce il cosiddetto Piano Terapeutico che non ha più la durata annuale ma “bimestrale”. Con questa nuova procedura il medico di famiglia, nel corso del bimestre, provvede a compilare la ricetta medica per il ritiro, in farmacia, dei medicinali prescritti. Finiti i due mesi occorre quindi, nuovamente, ripetere tutta l’odissea con grande perdita di tempo e di costi per i familiari dell’ammalato (per non ignorare utilizzo dell’auto, inquinamento rischi, etc.). Mi sembra, a modesto avviso, che questo nuovo modello invece di aiutare gli utenti ed i cittadini contribuisca a creare ulteriori problemi quasi che il nostro sistema sanitario fosse una natura matrigna contro di noi piccoli utenti già gravati da 1000 problemi oltreché quelli gravi di salute. E’ stato detto che con questo nuovo sistema si vuole controllare e ridurre l’utilizzo dei farmaci. Ma ciò viene fatto sulla pelle della gente poiché i malati seguiti dal servizio igiene mentale una volta accertati come tali (demenze, alzthimer, crisi depressive, senilità, etc), come tali restano ed hanno bisogno dei medicinali prescritti. Crediamo difficile ipotesi di guarigione e/o miglioramento tale da eliminare l’uso di questi medicinali. Si creano solo altri problemi ai familiari già fortemente prostrati e stressati, spesso anche con costi di gestione elevati, a meno che non si voglia stancarli e farli orientare a chiedere questi medicinali a pagamento (cioè solo con ricetta del medico di famiglia senza l’utilizzo del servizio asl). Si vuole forse scaricare sul cittadino i costi della sanità marchigiana? Vorremmo solo capire  dove stiamo andando e quale futuro del cittadino marchigiano in materia di sanità. Se questi sono i primi avvisi come si dice ad Ascoli “bella non è!»