E l'Ente comunica canto segue: «Non è stato siglato alcun accordo per il trasferimento delle infrastrutture della depurazione dal Consind all’Aato 5 Marche e quindi alla Ciip spa. Nella giornata di mercoledì infatti è stato firmato solamente un verbale di riunione fra il Commissario straordinario Massimo Rossi e i direttori dell’Aato e della Ciip, gli ingegneri Antonino Colapinto ed Enrico Calcinaro.
Nel documento il Consind ha formalizzato la propria proposta in merito al trasferimento dei beni (acquedotto, fognature, depurazione) al Servizio Idrico Integrato.
A tal proposito l’Aato 5 ci tiene a precisare che il procedimento per tale passaggio era già iniziato due anni fa quando, al momento dell’insediamento, il nuovo cda presieduto dal Presidente Stefano Stracci, nel verificare i progetti del Piano d’Ambito si era imbattuto in due importanti interventi (il depuratore di Santa Maria Goretti ed il collettore fognario della Val Tesino) che non potevano essere iniziati a causa di problemi derivanti da rapporti non risolti con il Consind.
Tutta la cronistoria è riportata nei minimi dettagli nella delibera dell’Aato n.19 del 25 febbraio 2009 e riportiamo qui sotto il link per poterla visionare interamente.
http://www.ato5marche.it/area%20grigia/documenti/delibere/delibere%20cda/Del%20CDApdf/anno2009pdf/19-09.pdf
Dal documento emerge chiaramente che nel regolamentare il trasferimento delle infrastrutture, il Consind, l’Aato e la Ciip si sono imbattuti in un Decreto Legislativo, il 152/2006, che ha modificato la normativa sugli impianti gestiti dai consorzi. Per conoscere nei dettagli le modalità dei trasferimenti inoltre, l’Aato ha chiesto anche un parere interpretativo al Comitato per la Vigilanza sull’uso delle risorse idriche.
Parere che è stato emesso il 3 giugno 2008 e che ha dato il via ad una serie di incontri con i rappresentanti del Consind e della Ciip dai quali è emersa la volontà di “delineare un percorso per consentire la progressiva uscita del Consind dal ramo delle acque”.
Con la delibera del 25 febbraio infine, l’Aato proseguendo il discorso già da tempo iniziato, si è rivolta al Commissario del Consind, Massimo Rossi proponendo di proseguire i lavori e le procedure per il trasferimento”.
L’Aato 5 Marche in sintesi sta cercando di fare tutto il possibile per portare a termine nel migliore dei modi un procedimento molto delicato, e apprende con stupore che il verbale redatto ieri sia stato presentato come un accordo definitivo con tanto di cifre che risolleverebbero i conti del Consind.
A tal proposito il Presidente dell’Aato 5 Marche Stefano Stracci ha dichiarato che “l’interesse primario dell’Autorità d’Ambito non è quello salvare enti, più o meno utili, bensì quello di mantenere basse le tariffe idriche pagate dai cittadini, realizzando inoltre opere volte al miglioramento del servizio idrico integrato”.
“E stata mia premura – continua Stacci – lavorare per risolvere questa anomalia. Sin da quando abbiamo approvato il Piano d’Ambito ci siamo battuti affinché enti e comuni non detenessero in maniera illegittima opere di competenza del servizio idrico integrato”.
Il Presidente conclude: “Nessuno pensi di risanare gli enti con le tariffe che pagano i cittadini. Il nostro obiettivo è quello di portare a termine il trasferimento delle infrastrutture, ma con costi inferiori a quelli previsti dalle precedenti convenzioni fra Ciip e Consind”.
L’Aato insomma, nella persona del suo Presidente, ci tiene a far sapere che, qualora venisse firmato un reale accordo, esso sarebbe il risultato di analisi e verifiche minuziose.
“Su questa vicenda – termina Stracci – siamo chiarissimi: non riconosceremo al Consind un euro di più di ciò che i nostri periti, e le norme, consentiranno”.»
E' estremamente singolare questa precisazione del presidente Stracci che alla fine (leggere la parte del comunicato dell'Ato 5 in neretto) non fa altro che confermare la sostanza di un accordo del quale abbiamo dato notizia. Non abbiamo detto infatti che i due consigli d'amministrazione dell'Ato 5 e della Ciip Spa abbiano deliberato, quindi ratificato l'accordo raggiunto nella riunione. Ci chiediamo infatti come mai si possa firmare un verbale di preaccordo, come viene puntualizzato da Stracci, se poi quell'accordo non deve essere fatto. Perché si sarebbero fatte tante riunioni se poi non doveva addivenirsi ad alcun accordo? Di firme su quel documento ce ne sono e stanno a siglare una sostanza e di questa ci interessa informare i lettori. Una questione di pura lana caprina di fatto. Ci rendiamo anche conto che l'atmosfera elettorale possa far piccare più di uno, ma questi sono i fatti.