Insultò ristoratori per vini con effigie di Mussolini, assolto

Insultò ristoratori per vini con effigie di Mussolini, assolto

Diede degli "ignoranti" ai gestori, sostenendo che facevano apologia del fascismo.

aver visto alcune bottiglie con il volto di Mussolini esposte sugli scaffali del locale, diede degli "ignoranti" ai gestori, sostenendo che facevano apologia del fascismo. Lo ha stabilito il giudice di pace di Ripatransone, Raffaella Paola Balducci, che ha scagionato A.M., 35 anni, insegnante di lettere di Jesi (Ancona), denunciato dai titolari dell'esercizio pubblico. Dopo la cena, consumata con alcuni amici nel locale, il trentacinquenne aveva espresso apprezzamento per la cucina ma si era lamentato con la cassiera per le bottiglie esposte, sostenendo che si trattava di apologia del fascismo. Ne scaturì un'animata discussione. Alle controparti che lo chiamavano comunista ed equiparavano il partito comunista italiano a quello fascista, lo jesino aveva risposto dicendo loro di vergognarsi e tacciandoli d'ignoranza. Il difensore, Ennio Tomassoni, aveva sostenuto che pur non essendo reato, l'esposizione delle bottiglie di vino con l'effigie di Mussolini era un'ingiustizia che legittimava la reazione del cliente. Una tesi probabilmente accolta dal giudice, che ha assolto l'insegnante, riconoscendo l'esimente della provocazione. Opposta ovviamente la versione di gestori, che si sono costituiti parte civile. La motivazione si conoscerà al deposito della sentenza.