Ferragosto in carcere, sovraffollamento a Marino del Tronto

Ferragosto in carcere, sovraffollamento a Marino del Tronto

Vivono in sette o otto in una cella che dovrebbe ospitarne 5 al suo limite massimo

Interesserò la Quinta Commissione perchè si possano trovare percorsi per aiutare le possibilità trattamentali all'interno dell'istituto carcerario».
Particolarmente colpito Giuliano Brandoni, capogruppo di Rifondazione Comunista  in Regione, dopo le visite nelle carceri marchigiane in occasione della campagna nazionale “Ferragosto in carcere” promossa dai radicali.
«Occorre registrare che se il disagio – dice Brandoni – riferito alla nostra delegazione dai detenuti si ferma ad una denuncia accorata ma contenuta, lo si deve alla professionalità e al sacrificio del personale del carcere di Marino del Tronto. Nonostante l'organico ridotto, la direttrice  Lucia Di Feliciantonio e il comandante della polizia penitenziaria Pio Mancini riescono tenere sotto controllo la situazione con vero spirito solidaristico».
I particolari del disagio umano nei numeri. Il supercarcere di Marino del Tronto fu aperto nel 1981, fu una delle strutture volute dal generale Dalla Chiesa per rispondere al terrorismo. C'è la sezione di massima sicurezza disposta su due piani, quella dove sono ristretti i detenuti definitivi in regime speciale: il cosiddetto 41bis.
Conta 45 celle, ognuna delle quali ospita un solo detenuto. La sezione giudiziaria conta 12 celle nelle quali attualmente ci sono 81 detenuti, il 50% dei quali e di nazionalità straniera, per gran parte magrebina, il resto albanese. Si tratta di persone in attesa di giudizio per la massima parte. Sono qui per reati legati allo spaccio di droga, reati contro il patrimonio. «E' quella che si è soliti definire – dice la direttrice Lucia Di Feliciantonio – microcriminalità». «Vivono in sette o otto in una cella – dice il consigliere regionale Giuliano Brandoni - che dovrebbe ospitarne 5 al suo limite massimo, mentre il minimo doverebbe essere di 3 per ogni cella. Una situazione insostenibile. Qualcuno deve arrampicarsi fino al soffitto nei letti a castello per andare a dormire e per mangiare è difficile trovare un posto per tutti intorno ad un tavolo».
E mentre diminuiscono i reati, i detenuti crescono ad affollare le celle per la lentezza dei processi. «Oggi si è in una situazione meno tragica – dice il comandante Pio Mancini – tra ieri e l'altro ieri sono state scarcerate 11 persone».
Persino l'ex barbieria è ora adibita a cella nonostante la sua forma irregolare. A governare questa situazione di disagio 150 agenti di polizia penitenziaria e il gruppo speciale per i detenuti del 41bis, il Gom (Gruppo operativo mobile), che conta 24 agenti. E da anni, chi va in pensione non viene rimpiazzato.