Violentano minorenne, la mamma sente tutto al cellulare

Violentano minorenne, la mamma sente tutto al cellulare

Facebook luogo ideale dove intercettare le ragazze. Dopo l'arresto si cancellano molti "amici"

La madre aveva chiamato la figlia al cellulare, non vedendola rientrare a casa: mentre la ragazza, stordita dall'alcol, veniva violentata, la comunicazione era rimasta aperta e la mamma ha ascoltato tutto impotente. Lo stupro sarebbe stato commesso in un appartamento in città, uno di quelli individuati a settembre nell’ambito dell’operazione antidroga ‘Messenger’. L'operazione, in codice Facebook, è stata coordinata dalla procura della Repubblica, che ha chiesto e ottenuto dal gip le due ordinanze di custodia cautelare in carcere.  Con l'accusa di violenza sessuale di gruppo, il gip di Ascoli Piceno, Annalisa Gianfelice, ha disposto l'arresto. Al posto di Messenger, stavolta il diciottenne avrebbe utilizzato il social network Facebook per avvicinare diverse ragazze.
Grazie alle indagini è stato accertato che quello stesso appartamento che aveva costituito luogo di ritrovo di numerosi giovani che organizzavano festini a base di droga, alcol e sesso, successivamente era stato teatro della violenza sessuale. Infatti il Tribunale per i Minorenni delle Marche, aveva prescritto a Santini il divieto di recarsi presso quella abitazione di proprietà di un suo parente. Prescrizione che il giovane ha ripetutamente violato. Santini venne denunciato per aver soggiogato e iniziato al consumo di cocaina un ragazzo ascolano.
Facebook diventa il luogo ideale dove intercettare le ragazzine ed avvicinarle. Santini e Mazzocchi contavano sul social network centinaia di amicizie. Dopo poche ore dall'arresto gli "amici" hanno cominciato a diminuire. Per Santini da 684 in poche ore si è già scesi a 630. Mazzocchi nel pomeriggio di martedì conta "solo" 443 contatti, poche tempo prima 464.
«E' su Facebook che Santini dà sfogo alla sua attrazione morbosa, quasi ossessiva per la ragazzine più piccole, alcune delle quali già fidanzate - dice il capo della Squadra Mobile, Pierfrancesco Muriana - Come in una sfida dove lui si atteggia a uomo consumato e cerca di agganciarle come "amiche". Per poi bombardarle di messaggi e telefonate con l'intento di farle cadere nella sua "rete". Però è proprio su Facebook che Santini "scivola" e commette errori». Una madre, infatti, temendo che figlia lo potesse frequentare ancora, dismette i panni di adulta e indossa "virtualmente" quelli di una ragazza: chiede così, sotto mentite spoglie, "l'amicizia" al diciottenne, il quale accetta. La mamma investigatrice intuisce il pericolo e, spaventata, vieta alla figlia di frequentarlo.
La polizia ha accertato una decina di contatti, ma teme che le giovani adescate possano essere molte di più: in un’intercettazione telefonica si parlerebbe di una quarantina di ragazze condotte nell'appartamento. Di qui l'appello alle famiglie da parte della polizia: non aver paura, superare l'eventuale vergogna e collaborare con la giustizia.
I due arrestati sono accusati anche di un grave tentativo di inquinamento probatorio, poiché avrebbero più volte avvicinato sia la giovane vittima sia la madre, affinché ritrattassero le accuse. Dalle intercettazioni, inoltre, è emerso che i ragazzi stessero progettando di fuggire all'estero.