No al crocifisso, Pdl e Map: intervenga il presidente Celani

No al crocifisso, Pdl e Map: intervenga il presidente Celani

Ma se la scuola è pubblica, cioè di Stato, e lo Stato è laico, allora perché il crocifisso nelle scuole?

Curioso come la proposta parta dalla affermazione di come la presenza del crocifisso a scuola sia dovuta a due decreti del 1924 e del 1928. In realtà come scrive Valentina Rosci nella sua "Storia del crocifisso nelle scuole pubbliche italiane"«L’esposizione dei crocifissi nelle scuole pubbliche viene disposta mediante circolare con riferimento alla Legge Lanza del 1857 per la quale l’insegnamento della religione cattolica era fondamento e coronamento dell’istruzione cattolica, posto che quella era la religione di Stato.
L’esposizione del crocifisso negli uffici pubblici in genere, è data con ordinanza ministeriale 11 novembre 1923 n. 250, nelle aule giudiziarie con Circolare del Ministro Rocco, Ministro Grazia e Giustizia, Div. III, del 29 maggio 1926, n. 2134/1867 recante “Collocazione del crocifisso nelle aule di udienza”, che recita: “Prescrivo che nelle aule d’udienza, sopra il banco dei giudici e accanto all’effige di Sua Maestà il Re sia restituito il Crocifisso, secondo la nostra tradizione. Il simbolo venerato sia solenne ammonimento di verità e giustizia. I capi degli uffici giudiziari vorranno prendere accordi con le Amministrazioni Comunali affinché quanto esposto sia eseguito con sollecitudine e con decoro di arte quale si conviene all’altissima funzione della giustizia”». 
Da sottolineare come si stia pur sempre parlando di provvedimenti presi al tempo della monarchia. Per quanto riguarda le successive decisioni italiane, potremmo raccontare di come siano state sempre al centro di forti critiche anche per la debolezza delle argomentazioni che poco hanno a che fare con la legittimità costituzionale. Ma tant'è. La questione però resta sempre la stessa: il crocifisso rappresenta il simbolo della civiltà e della cultura cristiana. E' un simbolo religioso. E' evidente che non possa realmente creare fastidio, come potrebbe? Ma il fatto non è questo. Se la scuola è pubblica, cioè di Stato, e lo Stato è laico, allora perché il crocifisso nelle scuole? Come abbiamo già avuto modo di dire, emerge una difficoltà in Italia ad avere un atteggiamento positivo nei confronti della laicità e di ogni altra religione diversa dal cristianesimo. In Italia, come ad Ascoli.


Vedi anche: Nessuno tocchi il crocifisso, storia di figli e figliastri


Ecco il testo della proposta:


IL CONSIGLIO PROVINCIALE DI ASCOLI PICENO

PREMESSO

-che la presenza obbligatoria del crocifisso nelle aule scolastiche è contemplata dall’art.118 del R.D. 30 aprile 1924, n. 965, e dal R.D 26 aprile 1928, n. 1297;

-che il Consiglio di Stato, con parere n. 63/1988, sez. II del 24.7.1988, ha stabilito che  “…la Croce, a parte il significato per i credenti, rappresenta il simbolo della civiltà e della cultura cristiana, nella sua radice storica, come valore universale, indipendente da una specifica confessione religiosa”;

-che dalla sentenza della Corte Costituzionale n° 389 del 2004 emerge che "…la Repubblica italiana, pur assicurando pari dignità a tutte le confessioni religiose, non prescrive alcun divieto di esposizione nei pubblici uffici di un simbolo che, come quello del crocefisso, per i principi che evoca, fa parte del patrimonio storico della nostra nazione";

-che il TAR del Veneto, con sentenza n° 1110 del 22 marzo 2005, ha respinto la richiesta di rimozione del crocefisso dalle aule scolastiche ribadendo quanto scritto dal Consiglio di Stato e dalla Corte Costituzionale e osservando tra l’altro nel merito, che il "…Crocefisso è un segno non discriminatorio";

RITENUTO

che le radici di un popolo non si possano recidere con una sentenza incomprensibile della Corte europea che accomuna il Crocefisso ad una qualsiasi oggettistica o prodotto alimentare su cui legiferare per adeguarlo alle direttive europee;

RITENUTA ALTRESI’

inappropriata e ingiusta la sentenza della Corte Europea di Strasburgo in quanto non rispettosa dei principi della democrazia e delle tradizioni di un intero popolo e che tra l’altro recita: “… Ciò che può essere gradito da alcuni allievi religiosi, può essere sconvolgente emotivamente per allievi di altre religioni o per coloro che non professano nessuna religione. Questo rischio è particolarmente presente negli allievi che appartengono a minoranze religiose.”;

CONSTATATE

le ripetute polemiche e gli interventi contraddittori relativi alla presenza del crocefisso nei luoghi pubblici, in particolare nelle aule scolastiche, nelle Istituzioni e negli ospedali;

APPURATA

la crescente ostilità nei confronti di questo (nostro) simbolo religioso, nonostante l'appello di Papa Benedetto XVI a "conservare l' immagine (del crocefisso) nei luoghi pubblici",

VISTO

il pericoloso relativismo culturale ed etico-sociale che si sta diffondendo in Italia e che rischia di spogliare la cultura del nostro popolo e più in generale quella occidentale dei suoi più profondi e plurisecolari contenuti etici e morali;

RICORDATE

le parole del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi contenute nel messaggio di saluto al meeting di Rimini del 2005 sul tema dei valori dell' uomo e della società contemporanea in base alle quali "deve crescere nella coscienza di laici e credenti quel patrimonio etico universale che è solido fondamento della pace, della solidarietà, della fratellanza umana";


CONSIDERATO

-che la Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo ha ritenuto l’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche “emotivamente sconvolgente” per una giovane mente di diverso credo religioso pur  omettendo di indicare quali altri effetti rovinosi potrebbero avere nelle giovani menti degli “allievi di altre religioni o di coloro che non professano nessuna religione”, le cattedrali,  le chiese, i campanili e le edicole votive di cui sono ricche le strade delle nostre città;
-che la stessa Corte europea, così preoccupata del benessere psichico di tali giovani menti, potrebbe essere sollecita dai loro genitori a ritenere che la presenza di cattedrali, chiese, campanili e edicole votive lungo il tragitto di percorrenza verso la sede scolastica siano simboli di una terra religiosamente tanto ostile e antidemocratica da eliminarli;


IMPEGNA IL PRESIDENTE E LA GIUNTA PROVINCIALE

1. a difendere e a valorizzare con assoluta fermezza la nostra identità etico-culturale a partire dai simboli religiosi ritenuti di valenza universale come il crocefisso, espressione della storia e delle radici valoriali della nostra comunità, in tutte le forme possibili, a partire dalla sua affissione negli uffici dell'amministrazione provinciale aperti al pubblico;

2. a intervenire affinchè vengano immediatamente rimessi al loro posto, nelle aule scolastiche ove fossero stati rimossi, i crocefissi e gli altri simboli tendenti alla connotazione della nostra comunità