Sicurezza, salute e lavoro nero nelle 
Marche sono irregolare 8 aziende su 10. È un bilancio nerissimo quello 
stilato per le Marche dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro per il 2024 
chiuso con quasi 5mila attività tra ispezioni e accertamenti un dato 
allarmante per quel che riguarda le irregolarità riscontrate. 
Su oltre 
3.600 ispezioni definite, ben l’81,5% ha evidenziato irregolarità. Il 
fenomeno tocca tutti i settori, ma, in particolare, l’edilizia con 
l’85,0% di irregolarità, l’agricoltura con 83,1% e l’industria con 
l’82,7%: in ciascuno di questi, più di 8 controlli su 10 hanno rivelato 
violazioni. 
“Emerge – spiega Antonella Vitale dell’Ufficio Studi della 
Uil Marche - un sistema produttivo che, accanto a tante esperienze 
virtuose, svela purtroppo anche una zona grigia fatta di lavoro povero, 
irregolare e spesso insicuro”. 
Nel corso del 2024 sono stati condotti 
458 accertamenti di cui 76 accertamenti previdenziali (Ammortizzatori 
sociali, forme di sostegno al reddito), 338 verifiche amministrativo - 
contabili (Patronati, beneficiari finanziamenti fondi nazionali e 
comunitari) e 44 accertamenti autorizzativi (Autorizzazioni interdizione
 anticipata lav. madri, impianti audiovisivi). Il grosso di queste 
attività si è concentrato nel settore terziario, che da solo rappresenta
 oltre il 70% del totale con 326 accertamenti, seguito a lunga distanza 
dall’industria (59 accertamenti). Agricoltura (nessun accertamento) ed 
edilizia (6 accertamenti) risultano invece quasi completamente assenti 
da queste verifiche, un dato che lascia riflettere considerando le 
fragilità note in questi comparti. Sono state realizzate in totale 4.526
 ispezioni, di cui 2749 in materia di lavoro e legislazione sociale, 
1639 per salute e sicurezza e 139 nell’ambito dell’autotrasporto.
Il
 settore più ispezionato è stato il terziario (1.897 ispezioni) seguito 
dall’edilizia (1.605 ispezioni), dall’industria (731 ispezioni) e 
dall’agricoltura (293 ispezioni).
“Questo significa che in moltissimi 
luoghi di lavoro marchigiani i diritti fondamentali non sono garantiti. 
Si lavora senza contratto, senza sicurezza, senza orari regolari – 
aggiunge Vitale - I numeri sulle violazioni sono eloquenti: sono stati 
tutelati circa 6.000 lavoratori, ma sono emersi quasi 500 casi di lavoro
 nero, di cui decine riguardanti persone senza permesso di soggiorno. 
Preoccupante anche il dato sui fenomeni di sfruttamento e caporalato, 
con casi segnalati soprattutto in agricoltura e ristorazione. Oltre 
1.200 le situazioni di distacco transnazionale irregolare, soprattutto 
nel trasporto merci, mentre si contano quasi 1.000 violazioni sugli 
orari di lavoro. Particolarmente allarmanti le 3.346 violazioni in 
materia di salute e sicurezza, che rappresentano un pericolo concreto 
per la vita e la salute dei lavoratori. A queste si sommano oltre 1.700 
violazioni amministrative e 250 penali”. 
Il quadro che emerge dalle 
Marche è preoccupante: abbiamo alta incidenza delle irregolarità, 
soprattutto nei settori dell’edilizia e agricoltura, presenza 
significativa di lavoro nero, specie in attività stagionali e nel 
terziario e forti criticità legate a sicurezza sul lavoro e orario 
lavorativo. Dietro i numeri ci sono persone che lavorano senza tutele, 
senza sicurezza, spesso senza speranza. Serve un cambio di passo. 
 “Occorre rafforzare i controlli, ma soprattutto costruire una cultura 
del lavoro che metta al centro dignità, equità e giustizia sociale e 
promuovere campagne di informazione e formazione per imprese e 
lavoratori. Come sindacato, non possiamo accettare che il lavoro sia 
ancora sinonimo di precarietà e sfruttamento. È il momento di agire per 
pretendere un lavoro che sia davvero libero, sicuro e giusto” concludono
 dalla Uil Marche.