tornare a quell'infausto 28 dicembre 2007, quando per il crollo del pontino di Tallacano, il Comune di Ascoli e quelli dell’intera vallata del Tronto rimasero per più giorni, e nel clou delle stesse festività natalizie, senza acqua con tanti disagi per tutti i nuclei familiari, ma soprattutto per tante attività commerciali e di pubblico esercizio, messe in quei giorni di possibili maggiori introiti, letteralmente in ginocchio”. Il commento è del direttore Confcommercio, Giorgio Fiori che ripensando a quei giorni di apprensione e di vera angoscia, vissuti in prima persona vicino alle imprese associate, stigmatizza che “purtroppo a distanza di ben due anni nonostante procedimenti legali vari, perizie e superperizie diverse, ancora non si conoscono i veri responsabili degli ingenti danni subiti dai titolari di bar e ristoranti ed esercizi commerciali in genere e siamo ancora in stand by con le nostre azioni risarcitorie, pur ricevendo continue sollecitazioni da titolari di imprese che hanno subito dei danni e che giustamente non dimenticano e pretendono di essere adeguatamente risarciti".
“Abbiamo inizialmente tentato di percorrere – ricorda Fiori – la via della azione risarcitoria collettiva (per la prima volta si parlò della class action di Ascoli come evento nazionale) che poi accantonammo perché non ancora percorribile e che a quanto pare non è ormai più fattibile poiché queste azioni legali collettive pur essendo attuabili dal prossimo 1° Gennaio 2010, possono riguardare solo risarcimenti di danni causati da illeciti verificatisi a partire dal 16 Agosto 2009 per cui, per Tallacano, siamo rimasti fuori”. “Con l’indagine conoscitiva posta in essere a ridosso di quei giorni - aggiunge il direttore Confcommercio - individuammo circa 70 imprese realmente danneggiate dall’evento le quali ancora oggi attendono risposte, pur essendo difficile quantificare il danno economico patito da ogni singolo operatore”. “Non si dimentichi infatti che l’acqua dei serbatoi si esaurì ben presto per l’emergenza protrattasi per più giorni e che nonostante i tempestivi rifornimenti “volanti” alcuni esercizi furono costretti addirittura a chiudere, anche per l’inagibilità delle toilettes”.
“Noi della Confcommercio – conclude Fiori – non abbiamo mai accusato nessuno di essere responsabile di un tale disastroso evento e lo ribadisco a chiari note anche in questa circostanza, ma certamente l’episodio deve avere una risposta conclusiva in un modo e nell'altro e speriamo anche a breve”.