Continuando a professarmi “consapevole suicida” proseguo nel dire che di voglia di migliorarsi se ne vede poca. Infatti mediaticamente si cerca di affermare l'efficacia della manifestazione enogastronomica omologandone l'assoluta valenza senza neppure ipotizzare qualche variazione.
Allora mi tocca la parte impopolare di colui che affronta il tema dalla parte della città.
La domanda è: Ascoli trae giovamento dalla manifestazione Fritto Misto?
Rispondere no sarebbe un assurdo, quindi la risposta è sì. Ma c'è una sfumatura da cogliere: in quale percentuale trae giovamento la città dalla manifestazione così organizzata?
Alle 12,30 di domenica 2 maggio ho scattato personalmente una foto di via Vidacilio che potete osservare in testa all'articolo. Vedete? E' indiscutibilmente vuota.
Non ho atteso quell'attimo. La via è stata vuota per un bel pezzo. Questa scena faceva il paio con una di Piazza Roma dove c'erano degli ambulanti a leggere il giornale, donne atte a ricamare dietro i prodotti esposti, un camper friggitoria con il commerciante davanti a parlare con un altro ambulante.
Di gente neppure l'ombra. Erano tutti in Piazza Arringo nel Pala Fritto. Se questa è l'immagine che ho colto anche in altre vie del centro storico allora occorre dire che si parla di Ascoli per il Fritto Misto, ma non si visita la città di travertino. In questo l'attuale organizzazione dell'evento fa molta acqua.
Non fa acqua per gli organizzatori che incassano in percentuale dalle vendite di ticket, ma la città non incassa in quella che è la miglior pubblicità turistica, quella del passaparola del turista che ha visitato le vestigia storiche della città e ne parla con gli amici quando torna a Torino, Milano, Genova, Bruxelles, Londra o altro.
Mostra le foto del ponte romano dal quale si affaccia e nel quale per il momento non può più entrare. Non mostra le foto di Piazza Arringo perché infotografabile con la bruttura del Pala Fritto. Quanto poi all'allegria dei commercianti vorrei soffermarmi su un punto.
Il week end del 25 aprile e il ponte del Primo maggio sono periodi nei quali normalmente la gente gira in città d'arte, c'è un sondaggio recentissimo che convalida l'assunto. Allora cari amministratori non sarebbe il caso di spostare questa manifestazione rivista e corretta in altro periodo dell'anno, quello cosiddetto morto per ravvivare Ascoli e le sue attività commerciali? Oppure i signori commercianti questa relazione, come dice Crozza nel suo special, non la comprendono?
Per sintetizzare, occorre far vivere la città con la manifestazione itinerante: tante piccole frittorie da Porta Romana a Porta Maggiore, con puntate alla Fortezza Pia, all'Annunziata e alla Cartiera Papale.
Non credo che al primo cittadino, che è anche prima autorità sanitaria della città, resti difficile concertare con la Asur 13 una sorta di deroga settimanale per installare piccole frittorie momentanee in locali vuoti della città. Con questa rivisitazione della manifestazione, qualsiasi cosa dica l'organizzatore, perché è chiaro che diminuirebbe il suo profitto personale, si fa veramente marketing positivo per l'immagine turistica ed estetica di Ascoli e per il suo sviluppo turistico.
Quindi, da una parte c'è un organizzatore privato che è lecito pensi ai suoi profitti, dall'altra la sensibilità di un cittadino che vorrebbe affermare eleganza anche se con odor di fritto …