La preoccupante situazione del fotovoltaico selvaggio in agricoltura

La preoccupante situazione del fotovoltaico selvaggio in agricoltura

Gli impianti fotovoltaici cosiddetti 'a terra' compromettono l'economia della nostra agricoltura

sulla preoccupante problematica riguardante l’insediamento selvaggio di impianti fotovoltaici su suolo agricolo che si sta delineando  nella nostra provincia e in tutta le regione Marche.
Premesso che  la tecnologia fotovoltaica che  consente di produrre energia “pulita” utilizzando una fonte rinnovabile è una tecnologia da sostenere e da valorizzare, essa presenta però degli enormi problemi qualora vada ad occupare  intere distese di terreni agricoli produttivi.
Gli  impianti fotovoltaici cosiddetti “a terra” compromettono, per loro natura,   in maniera irrimediabile   l'economia della nostra agricoltura alterando nel contempo l’assetto idrogeologico e paesaggistico della nostra provincia.
Pertanto, alla luce di queste premesse  riteniamo sia necessario:
-1) favorire la realizzazione “in primis”  di impianti anche di grandi dimensioni su superfici già sfruttate per altri scopi, come tetti di capannoni,  edifici pubblici, centri commerciali  parcheggi e altri terreni già sottratti all’uso agricolo;
 
-2) favorire l'installazione di fotovoltaico su superfici asservite all'azienda agricola e già edificate (tetti delle cantine vitivinicole, tettoie, tetti di rimessa, ecc)sensibilizzando e supportando le imprese agricole ed i privati cittadini sull’utilizzo del fotovoltaico realizzato sulle coperture dei fabbricati;
-3) considerare che la mancanza di un’attenta regolamentazione sta permettendo di fatto  un insediamento selvaggio di parchi fotovoltaici di ampie dimensioni  su tutto il territorio, con gravi conseguenze che vanno  a ripercuotersi sull’intero settore agricolo. Le aziende rurali  si stanno snaturando nelle loro peculiarità trasformando i siti produttivi agricoli in zone “industriali”  finalizzate alla mera produzione di energia elettrica e asservite alle  multinazionali dell’energia elettrica che   molto poco hanno a che vedere con l’ecosostenibilità  degli impianti .
 -4) considerare che l’installazione di parchi fotovoltaici su terreni agricoli comporta pratiche di diserbo costante, alterazione del ruscellamento delle acque, desertificazione dei terreni a lungo termine, e cementificazione di intere aree rurali a servizio dell’installazione dei pannelli fotovoltaici. Ricordiamo a questo proposito che il territorio marchigiano è considerato tra i territori a più  alto rischio idrogeologico e tra le regioni che hanno sacrificato più territorio agricolo alla cementificazione (negli ultimi 40 anni una superficie equivalente  alla provincia di Pesaro- stime Legambiente e Coldiretti)
-5) considerare i possibili squilibri economici, sociali e paesaggistici  derivanti dalla “svendita”di terreni agricoli e dal “mercato” degli  affitti  agrari in quanto,  i proprietari terrieri, attirati da canoni apparentemente più remunerativi, svenderebbero  alle aziende installatrici del fotovoltaico  terreni fertili e altamente produttivi.
-6) considerare che negli ultimi 10-20 anni sono confluiti a sostegno del settore agrario miliardi di euro sotto forma di contributi pubblici, al fine di valorizzare produzione agricole di eccellenza,  biologiche  e di salvaguardia della biodiversità. Il cambiamento di destinazione d’uso  di terreni agricoli già oggetto di sussidi PSR e similari a “ terreni industriali finalizzati alla produzione di energia” configura di fatto un conflitto di finalità e di sperpero di denaro pubblico che potrebbe aprire la strada a innumerevoli ricorsi legali.
-7) prendere atto di come le disposizione di legge sul fotovoltaico abbiano  manifestato tutte le proprie lacune. L’assenza di un rigido disciplinare contenente i criteri per l’insediamento di parchi fotovoltaici sull’intero territorio nazionale e l’impossibilità da parte degli enti locali di opporsi adeguatamente alle richieste,  ha permesso la presentazione di istanze progettuali in modo indiscriminato, calpestando qualunque principio di conservazione e salvaguardia del territorio, dando inizio a innumerevoli interpretazioni della legge con nefaste conseguenze.
-8)considerare che le gravissime ripercussioni sul tessuto economico-sociale e sul patrimonio naturale e culturale del nostro paese derivanti dalla installazione del fotovoltaico,  saranno drammaticamente evidenti ripercuotendosi irrimediabilmente sull’attrattività   turistica della zona, elemento di grande importanza economica nella nostra area,  che verrebbe meno nell'immediato.
Molti turisti e giornali hanno già riportato le nefandezze "fotovoltaiche" in zona Offida, Ripatransone,  Acquaviva, Cossignano, ecc.  e molti comitati si sono già costituiti a difesa del territorio.
Pertanto, sulla base di queste considerazioni, ci appelliamo  affinché  la provincia di Ascoli Piceno e nel contempo  la Regione Marche adottino normative  altamente restrittive e immediate volte alla regolamentazione più efficace possibile  concernenti l’'installazione a terra dei pannelli fotovoltaici.
 Di contro, auspichiamo che si agisca  in supporto a quei Comuni virtuosi che fanno dell’agricoltura e della salvaguardia del territorio il fondamento essenziale per uno sviluppo economico e sociale compatibile con l’ambiente e con le  tradizioni culturali.

 

 
Il nostro territorio è un bene comune che appartiene a tutti, una risorsa non rinnovabile che va preservata per le future generazioni.
 
Un gruppo di operatori agrituristici, imprenditori agricoli e vitivinicoli della Provincia di Ascoli Piceno e di Fermo.