L'operazione fu caratterizzata, tra l’altro, dalla scoperta di due stamperie clandestine di valori bollati contraffatti e banconote false, dall’arresto di 9 persone, la denuncia a piede libero di altre 97 ed il sequestro di circa 17.000 marche da bollo e banconote false.
I nuovi risvolti provengono dagli approfondimenti esperiti in merito al rilevante numero di fatture sequestrate nel corso della perquisizione domiciliare eseguita nel mese di febbraio 2008 presso la residenza marchigiana di “P.B.” emesse, in parte, da imprese al medesimo riconducibili e, per altra parte, da una serie di società “terze”, non collegate allo stesso soggetto. Gli approfondimenti investigativi sono stati attuati al fine di verificare, da un lato, che i soggetti non collegati a “P.B.” ed emittenti delle fatture sequestrate le avessero effettivamente emesse - e che, contestualmente, i destinatari delle stesse fatture le avessero concretamente utilizzate - e, dall’altro, che la rimanente parte di fatture, emesse dalle imprese riconducibili allo stesso “P.B.” fossero riferite ad effettive realtà commerciali. Si è così invero scoperto che tutte le fatture citate, riferite ad operazioni inesistenti, erano state emesse dal solo “P.B.” sia per conto delle proprie imprese che per quelle “terze”, all’insaputa degli effettivi rappresentanti, sfruttandone le informazioni relative alle corrispondenti denominazioni e partite IVA.
Tale condotta, configurante, a carico di “P.B.”, il delitto di cui all’art. 8 “Emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti” del Decreto Legislativo n. 74/2000, ha comportato anche il coinvolgimento di tutti coloro che sono risultati essersi avvalsi delle fatture - annotandole, cioè, nelle scritture contabili ed utilizzandole, quindi, nelle dichiarazioni d’imposta - quali responsabili della fattispecie delittuosa contemplata dall'art. 2 “Dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti” dello stesso Decreto Legislativo
Oltre a ciò, un soggetto utilizzatore delle fatture per operazioni inesistenti ha cercato di sgravare la propria situazione occultando le scritture contabili obbligatorie dell’impresa rappresentata, circostanza per la quale è stato denunciato per la violazione prevista dall’art. 10 del citato Decreto Legislativo n. 74/2000.
Nel complesso, pertanto, gli attuali risvolti dell’operazione “Clean up” hanno determinato:
- la scoperta di fatture per operazioni inesistenti per 2.405.176 euro, di cui 1.874.092 euro annotate ed utilizzate nelle dichiarazioni d’imposta;
- il coinvolgimento, negli illeciti, di 21 imprese ubicate nelle Marche, Lombardia, Lazio e Sicilia;
- la segnalazione agli Uffici Finanziari, per l’intero recupero, di violazioni all’I.V.A. per euro 713.212;
- la denuncia di 1 persona (il “P.B.”) per la violazione di cui all’art. 8 del Decreto Legislativo n. 74/2000;
- la denuncia di 1 persona per la violazione di cui all’art. 10 del medesimo Decreto Legislativo;
- sempre in forza di tale norma - art. 2 -, la denuncia di ulteriori 17 soggetti.