Il tema sta a cuore a tanti ascolani ed in particolare a noi del CAI che viviamo quotidianamente la nostra montagna, frequentandola con le tante discipline sportive da noi espresse: escursionismo, ciclo escursionismo, arrampicata, scialpinismo e speleologia. Nell’area siamo radicati da sempre con il nostro rifugio Paci, trasformato dal 2002 in Centro di Educazione Ambientale. Per tale motivo desideriamo offrire il nostro fattivo contributo alla richiesta di collaborazione lanciata dall’Amministrazione Comunale nel corso dell’incontro dello scorso 7 settembre.
E’ da premettere che l’allarme continuamente lanciato dalle associazioni ambientaliste sullo stato d’abbandono di Colle S. Marco e sui danni continuamente causati al patrimonio ambientale (discariche a cielo, sentieri interrotti da recinzioni, pericoli d’incendi boschivi, sentieri e prati d’alta quota in zona Parco Nazionale dissestati da fuoristrada e moto, ecc.) impone una riflessione d’ordine più generale sull’attuale stato di difficoltà che sta vivendo il nostro vero parco cittadino; come ogni stato di crisi, ciò offre la spinta per affrontare ed approfondire i problemi e tentare nuove strade per risolverli.
La fotografia attuale dice che siamo di fronte ad una situazione di luci ed ombre: gli enti pubblici che hanno competenze sul territorio di S. Marco (non solo il Comune, ma Provincia, Parco Nazionale, Corpo Forestale, Forze di Polizia) nel complesso non danno la percezione di un interesse adeguato alle effettive necessità del luogo, in termini di manutenzione e controllo dell’ambiente, di sicurezza e di pianificazione) e tutto ciò prevale sulle azioni positive che pur vengono compiute. Il senso di trascuratezza si nota anche da parte dei privati: le attività negative - discariche d’immondizia, recinzioni che interrompono sentieri storici, istallazione di roulotte mimetiche abusive - risaltano su quanto di buono compiuto da chi s’impegna seriamente aprendo strutture ricettive e di uso pubblico e rispettando l’ambiente di cui sono fruitori consapevoli.
Come migliorare l’attuale situazione? Prima di tutto chiarendo quali sono gli obiettivi da raggiungere, ovvero qual è la vision per Colle S. Marco. Siamo dell’idea che sia inutile puntare a progetti complessi con elevati impegni economici: sono impattanti, hanno scarso utilizzo, creano gestioni onerose e di soldi in giro ce ne sono sempre meno. Riteniamo invece che due siano le tracce da seguire per dare una nuova identità all’area di Colle S. Marco.
Il primo fattore d’interesse è che l’intera Montagna dei Fiori deve essere vista come un grande parco naturalistico ricco di elementi storici, architettonici e paesaggistici da fruire e da far conoscere tramite un adeguato ed efficiente sistema di mobilità (trasporti pubblici e rete escursionistica), un sistema diffuso di accoglienza e ricettività, una manutenzione ed un controllo costante e puntuale dell’ambiente.
Alcune possibili azioni: utilizzare i fondi europei per l’impegnativo progetto di restauro dell’eremo con l’annesso parco del bosco di Piagge, sistemare l’ex foresteria acquisita dalla Provincia e creare sul Pianoro un punto informativo, manutenzionare i boschi – da anni non lo fa più nessuno ed il pericolo di perdere un grande patrimonio ambientale è reale - ricercando i possibili fondi attraverso gli appositi piani di sviluppo rurale. Per la mobilità, cioè il rafforzamento dei collegamenti tra la città e la montagna, non occorre pensare a funivie (quella esistente di Trier in realtà ha chiuso lo scorso anno) ma concentrarsi sul miglioramento del trasporto pubblico verificando ed adeguando percorsi e numero corse. Sul collegamento a piedi Porta Cartara-S. Marco, un primo intervento di pulizia e tabellazione è stato effettuato da noi lo scorso anno e sarà completato con il progetto più generale di sistemazione della rete escursionistica di S. Marco, nell’ambito del quale saranno sistemate le palestre di arrampicata all’aperto e saranno edite la nuova cartografia e la guida escursionistica della zona.
L’altro fattore d’interesse è legato alla presenza degli impianti sportivi esistenti che versano in gravi difficoltà: stazione di sci a Monte Piselli, campi di tennis al Pianoro. La situazione è davanti agli occhi di tutti: non funziona più la sciovia del campetto – al suo posto c’è un semplice tapis roulant - e si è ridotto il numero dei ragazzi che oggi imparano a sciare; i campi da tennis sono abbandonati e desolatamente vuoti, i tanti giovani provenienti da tutta Italia che frequentavano i corsi estivi sono ormai un lontano ricordo.
Qual è la nostra proposta? Indirizzare tutta l’area verso la didattica sportiva, intendendo in tale ambito tutta le numerose attività formative che possono essere rivolte ai giovani. Ciò significa, per lo sci, riattivare quanto prima la sciovia per ragazzi; per il tennis, ridare vita ai campi utilizzandoli in parte anche con tipi di discipline sportive. Non solo, occorre sviluppare di più le tante possibili attività escursionistiche (a piedi, in bici, arrampicata, attività in grotta, orienteering, ciaspole sulla neve) e proporre alle scuole corsi di orientamento agli sport praticabili a S. Marco. Lo stesso dicasi per la didattica ambientale, contando sul fatto che già esiste un centro di educazione ambientale presso il rifugio Paci.
I due aspetti della didattica – sportiva e ambientale – devono essere tra loro armonizzati e possono essere potenziati mettendo in relazione le strutture del Pianoro con quelle che si trovano ai piedi del San Marco e cioè: in campo culturale, la cartiera papale, collocata all’inizio del principale sentiero che parte da Ascoli, diventata un importante polo specializzato nella didattica scientifica; in campo sportivo,le strutture del Pennile che potrebbero costituire una cittadella dello sport con attività connesse a quelle praticate al San Marco. Sono tutte strutture esistenti e l’impegno è solo quello di metterle in relazione.
In una visione più ampia, con un’efficiente rete escursionistica tutta l’area della Montagna dei Fiori verrebbe ad essere facilmente collegata a tutti gli abitati interessati allo sviluppo turistico e che si trovano ai suoi piedi: Valle Castellana, Castel Trosino, Ascoli, Civitella, Campli. Il beneficio sarebbe notevole se solo si tenesse presente quanto sia aumentato il turismo escursionistico, uscito ormai da diversi anni dalla nicchia. Inoltre, con la mountain bike, per la quale il nostro territorio sembra particolarmente vocato, si possono proporre itinerari di più lunga percorrenza collegando Ascoli e Teramo con anelli in alta e bassa quota, in un’ottica di programmazione a livello interregionale con l’Abruzzo.
Sarebbe opportuno che oltre a ripensare come trasformare il Co.Tu.Ge. e quali compiti dovrà avere il nuovo ente, si costituisca anche un tavolo di lavoro permanente tra istituzioni e terzo settore nel quale monitorare il territorio, condividere ed attivare iniziative, proporre nuove idee per la Montagna dei Fiori, in un contesto di più alto profilo. In definitiva: poca spesa, obiettivi chiari, molta organizzazione. Su un’azione di questo tipo, anche le associazioni realmente interessate potranno dare il loro fattivo contributo.
Per quanto riguarda le proposte da inserire nel pacchetto turistico per Colle S. Marco da definire entro marzo 2011, potremo entrarne a far parte con le diverse le iniziative ufficiali cicliche (festa del 25 aprile, festa di S. Martino a novembre, festa Immacolata l’8 dicembre) ed estemporanee organizzate dalla nostra Sezione ogni anno. Altre escursioni possono essere programmate dalle agenzie turistiche coinvolgendo l’Associazione delle guide alpine ed accompagnatori di media montagna abilitati.
Altre riflessioni ed idee potranno scaturire dalla prossima importante iniziativa promossa dalla nostra Sezione: il convegno del 25 settembre sulla nuova legge regionale da noi promossa che istituisce la Rete Escursionistica Marchigiana, convegno con il quale s’inaugura una esposizione dal titolo “Tra città e montagna”, quanto mai pertinente al tema; a ciò si aggiunge l’organizzazione del 3° Raduno Nazionale CAI di Cicloescursionismo il prossimo 2-3 ottobre, nell’ambito del quale ospiteremo qualche centinaio di partecipanti provenienti da tutt’Italia. Nell’ambito dell’iniziativa ci sarà il convegno nazionale dal titolo “Dueruote… quattroparchi”, legato alle modalità di frequentazione in mtb dei quattro parchi dell’Italia centrale, e ben quattro ciclo escursioni sui luoghi più interessanti del nostro territorio, di cui una sulla Montagna dei Fiori che servirà anche a ricordare che lì esiste anche…. un parco nazionale».