Il gruppo criminale, composto da 16 individui quasi tutti originari della provincia di Napoli e pregiudicati per reati specifici, nel biennio 2010-2011 ha imperversato nelle Marche perpetrando furti di notevole entità in danno di alcune aziende ubicate nella regione. Le indagini condotte dalla squadra Mobile di Ascoli Piceno, in particolare nella provincia ascolana ed in quella di Pesaro-Urbino ed avvalendosi della collaborazione delle Squadre Mobili di Napoli e Pesaro unitamente al Commissariato di San Benedetto del Tronto (AP), hanno consentito dopo laboriose e complesse attività di sgominare ed assicurare alla giustizia l’intero sodalizio criminale.
Il nome dell’operazione è stato scelto per la ricorrenza scaramantica della data di commissione dei reati da parte dei correi, ossia il giorno 13 del mese prescelto.
Il sodalizio criminale, era organizzato con ruoli e compiti ben definiti:
un gruppo operativo di 11 soggetti, che commetteva materialmente i furti;
un gruppo di 3 persone che si occupava della ricettazione della roba rubata, ridistribuita principalmente sul mercato marchigiano e campano;
un gruppo di 2 persone, napoletane, che si occupava di favorire gli autori dei reati, fornendo loro ospitalità e contestualmente ricoverando i mezzi carichi della refurtiva all’interno della propria ditta sita a Napoli, quantomeno nella circostanza del furto principale commesso il 13 gennaio 2011.
Le indagini hanno fatto emergere in modo inequivocabile l’esistenza di un’associazione per delinquere caratterizzata da un vincolo associativo di tipo continuativo finalizzata alla commissione di una pluralità di delitti contro il patrimonio, rapporto reso ancor più stretto per via del grado di parentela esistente tra alcuni degli indagati. L’esistenza della struttura organizzativa, emerge chiaramente dalla meticolosa preparazione del progetto criminoso, curato in modo estremamente professionale, così come emerso dallo studio del modus operandi, dagli elementi raccolti, dalla ricostruzione degli eventi, ma soprattutto dall’utilizzo di mezzi e tecnologie atte a neutralizzare i sistemi di allarme.
Nello specifico si rileva che i gruppo criminale si dislocava nei luoghi ove si sarebbero commessi i reati ove una preventiva analisi ed un accurato studio del territorio avevano consentito di progettare il colpo nei minimi particolari. Nella circostanza veniva curata la dislocazione in loco di mezzi e uomini ognuno con un compito ben definito e preordinato, il noleggio di autocarri e furgoni (come quello della ditta Maggiore) atti al trasporto della refurtiva, l’impiego di autovetture per i numerosi sopralluoghi. I criminali utilizzavano altresì particolari attrezzature idonee allo scasso anche realizzate “ad hoc”, (come la scatola di cartone insonorizzata atta a coprire la sirena esterna del sistema di allarme) nonché apparecchiature capaci di neutralizzare i sofisticati sistemi di allarme mediante la schermatura delle onde radio emesse dal combinatore telefonico GSM (una di queste sequestrata), o usando la tecnologia avanzata ricetrasmittenti – scanner; infine si servivano di schede telefoniche continuamente cambiate al fine di eludere e comunque rendere piu’ difficoltose le investigazioni.
Su richiesta del procuratore Michele Renzo e del sostituto Ettore Picardi, il gip di Ascoli ha fatto eseguire 5 ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico di Antonio Cozzolino di 47 anni, Vincenzo Venturini di 42, Cristofaro Sacchettino di 45, Giuseppe De Gennaro di 49 e Claudio De Maria di 35. Sono tutti napoletani e si trovano ora nel carcere del capoluogo campano. Denunciati S.G. di 32 anni, M.C. di 46, S.A. di 57, F.A., S.A. (tutti di Napoli), M.G.S. 42 anni di Martinsicuro (Teramo). Come compartecipi dei furti sono stati denunciati Antonio Manzo, 36 anni di Martinsicuro, Danilo Upacchini 51 anni di Altidona (Fermo), Ercole De Berardinis, 63 anni di Alba Adriatica (Teramo). Per ricettazione sono stati denunciati altri due napoletani, Gerardo Barbato e Sergio Barbato di 47 anni.