Francesco Acquaroli apre ufficialmente la campagna elettorale del centrodestra di fronte alle oltre 4 mila persone dell'Eurosuole Forum di Civitanova Marche

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Francesco Acquaroli apre ufficialmente la campagna elettorale del centrodestra di fronte alle oltre 4 mila persone dell'Eurosuole Forum di Civitanova Marche

Di fronte ad un pubblico di oltre 4 mila persone all'Eurosuole Forum di Civitanova Marche, il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, apre ufficialmente la campagna elettorale del centrodestra. "Buonasera a tutti e grazie, grazie veramente di cuore, grazie a tutte le forze politiche della coalizione, grazie per questa sera, - dice Francesco Acquaroli - mi permetto di dire grazie per questi anni perché abbiamo iniziato un viaggio insieme e in questo viaggio c'è stata sempre la forza, la lealtà, la capacità di guardare i problemi della nostra comunità e di mettere sempre l'interesse dei partiti e dei singoli molto dopo l'interesse della comunità. Non è scontato perché molto spesso accadeva esattamente il contrario, dove l'interesse della parte prevaleva sull'interesse della comunità. Grazie agli amici che si stanno aggregando, si sono aggregati, sono con noi in questo viaggio, grazie alle testimonianze perché so che non è facile salire su un palco e dire davanti a tanta gente quello che è un vissuto personale che molto spesso è qualcosa che ti ha colpito, che ti ha fatto male, che ti ha condizionato".


"E poi l'ultimo grazie, il più grande di tutti, lo voglio fare agli organizzatori e a ognuno di voi perché so che c'è gente che è qui, che per essere qui ha fatto più di due ore di viaggio, che tornerà tardissimo, - dice Acquaroli - che ha rinunciato alla famiglia, agli amici, siamo alla fine della primavera, all'inizio dell'estate e ha dedicato questa serata per rivivere quanto è accaduto in questi anni ma soprattutto per guardare a quello che dovrà accadere nei prossimi anni. Grazie di cuore a tutti voi. Noi siamo stati, forse voi non vi rendete conto, una squadra straordinaria che all'inizio di questo mandato, io lo dico sempre, avrei sperato forse per un terzo, per la metà dei risultati che siamo riusciti a raggiungere tutti insieme.

L'abbiamo fatto instancabilmente giorno dopo giorno, cercando di risolvere le emergenze che nel frattempo emergevano e dare una nuova speranza a una regione che usciva umiliata e senza prospettiva. Perché usciva umiliata e senza prospettiva? L'ho sentito qualche volta sul palco questa sera, lo voglio dire. Nel 2018 veniamo dichiarata regione in transizione.

Per tanti di voi transizione è una parola, si capisce se può essere una parola positiva o una parola negativa. Allora lo voglio spiegare a tutti gli amici che cosa significa essere in transizione. L'Europa classifica le regioni a tre livelli, le regioni con più alto livello di prodotto interno bordo, le regioni in transizione e le regioni con basso prodotto interno bordo.

Noi eravamo regione ad alto prodotto interno bordo, quindi producevamo ricchezza come le migliori regioni europee e nel 2018 passiamo a regione in transizione. L'ipocrisia di qualcuno all'epoca faceva dire che addirittura essere in transizione era un'opportunità, cioè praticamente sei in serie A, retrocedi in serie B e devi essere felice perché c'è il premio retrocessione. Questa è la mentalità di chi ci ha governato, di chi faceva le scelte e di chi determinava il futuro di questo territorio.

Vedete, tra le tante testimonianze, tutte molto importanti e toccanti per la nostra regione, non ce n'è stata una, la volevamo fare ma poi temevamo di fare troppo tardi, ma tutti di voi se la ricorderanno, è la testimonianza di Banca Manche. Banca Manche era un motore per il nostro territorio, era un orgoglio perché là c'erano i risparmi, i sacrifici dei nostri genitori e dei nostri nonni, degli imprenditori, degli artigiani, dei pescatori, degli agricoltori, di tutti i professionisti e noi eravamo orgogliosi di avere una banca che era tra le migliori in Italia. Banca Manche non è stata l'unica banca a fallire, però per la nostra banca è stato deciso di non fare quello che è stato deciso di fare per altre banche, cioè di salvarla.

Allora a me piacerebbe chiedere a chi governava in quel momento, soprattutto al Presidente del Consiglio, per quale motivo e quali sono stati i criteri per cui altre banche e quei territori sono stati salvati e il nostro è stato abbandonato. Nel 2007, ancora noi le paghiamo, quando entriamo in transizione una parte di quelle variabili è anche causa di Banca Manche, come l'ha detto la testimonianza su Indesit. Indesit, il bianco, nasce qua nelle mani ed era non solo un orgoglio fabrianese e marchigiano, era un orgoglio italiano ed europeo.

Fabriano e comunanza al centro dell'Italia e dell'Europa e quando Indesit passa di mano c'era un timore diffuso di un forte ridimensionamento. Il Presidente del Consiglio la chiamò un'operazione fantastica. Beh, signori, più che un'operazione fantastica è stata un'operazione fantasma, perché a dieci anni di distanza, purtroppo Whirlpool la vende a Beko e la vende, penso, ascoltate tutti, quella che è stata la vicenda che ci ha accompagnato fino a poche settimane fa, dolorosissima per la nostra regione, che perde un altro pezzo importante, ridimensionato, di cui produceva il prodotto interno.

Vi do un numero per capire. Indesit, da sola, produceva il 5, il 6% del prodotto interno che era molto per la nostra regione. Più c'era tutto l'indotto.



Marco Fioravanti, vicino al sindaco di Ancona, Daniele Silvetti, plaude il presidente Acquaroli.


Allora voi capite che purtroppo quando entriamo in transizione le cause sono state tante, altre le affronteremo, ma tra le tante cause ci sono queste che pesano, che pesavano e peseranno sul futuro del nostro territorio. E il dispiacere è che non hanno alzato un dito, non hanno difeso. Io non ricordo nessuno di questi signori che oggi ci sfidano, che ci ridicolizzano per la linea istituzionale a difendere nei confronti del loro partito la nostra regione, che perdeva certi strategici fondamentali che erano un punto di intuizione e di forza che oggi avrebbero fatto la differenza.

Vedete, quando noi siamo entrati al Palazzo Raffaello la Regione era umiliata e faceva fatica a credere di poter riprendere un percorso virtuoso. Noi abbiamo iniziato cercando di parlare con tutti, una concertazione, un gioco di squadra. Abbiamo parlato con tutti facendo capire che il nostro è un territorio che ha grandissime potenzialità, che queste grandissime potenzialità se valorizzate possono accompagnarci a tornare ad essere un territorio attrattivo, produttivo, perché siamo orgogliosi della nostra manifattura, del nostro artigianato, della nostra agricoltura, della nostra pesca, dei nostri professionisti, che sono qualcosa di straordinario, che rappresentano un valore enorme.

Lo abbiamo fatto concentrandoci per iniziare a dare subito delle risposte. C'era la pandemia, facevamo delle riunioni sui luoghi con tutte le accortezze, alcune anche da remoto, perché abbiamo deciso di utilizzare subito la programmazione europea con un cofinanziamento di 133 milioni di euro per lavorare al rilancio. Lo abbiamo fatto mettendo in gioco una condivisione della strategia e una individuazione degli obiettivi.

Oggi, ad appena quattro anni e mezzo di distanza, abbiamo calato decine e centinaia di milioni di euro, ma dico di più. A pochi anni di distanza della programmazione 21-27, noi siamo la prima Regione in Italia per il pagamento dei fondi sociali europei. E voi mi direte, ma che cosa serve quella classifica? Beh, innanzitutto siamo orgogliosi perché avere la capacità di spendere i soldi che l'Europa ci ha dato è un elemento virtuoso, però quando parliamo dei fondi sociali europei parliamo di occupazione.

E oggi le Marche hanno un tasso di occupazione sopra la media nazionale.


Abbiamo sbloccato infrastrutture con un'iniezione di 4,5 miliardi che cambieranno fisionomia al territorio dopo che erano ferme agli anni '60 e '70, a parte Quadrilatero, fino agli ospedali di cui si parlava da decenni e che ora vengono realizzati. - continua il Presidente della Regione Marche - 

"Avremo le Marche dalla nostra parte, per restituire ancora più sanità, servizi sociali, infrastrutture, più competitività, ricerca e sviluppo, turismo. Più opportunità per giovani e famiglie, più Marche.

L'obiettivo è restituire alla regione la competitività, uscendo dall'umiliazione di una regione in transizione e tornare a regione guida in Italia ed Europa. Voi ci spingerete alla vittoria.

Poi il punto sulla sanità

"E' peggiorata negli ultimi cinque anni?" - chiede Acquaroli - come se in mezzo non ci fosse stata una pandemia", eppure abbiamo avuto un+10% di prestazioni ambulatoriali rispetto al 2019, +15% di prestazioni nei primi cinque mesi dell'anno sebbene a seguito dell'emergenza pandemica la domanda di prestazioni sanitarie sia cresciuta quasi del "40%".

Tutte le regioni hanno problemi con le liste d'attesa. E la mancata programmazione da parte di governi precedenti che avrebbero dovuto formare i medici per il turnover dal 2021 in poi, formazione per cui servono oltre dieci anni, Doveva farlo Acquaroli?”

Abbiamo varato la riforma delle aziende sanitarie per superare un modello che ci aveva consentito di essere regione virtuosa ma che aveva perso la sua spinta propulsiva e aveva portato ad un meccanismo politicizzato.

Acquaroli respinge al mittente l'accisa di voler privatizzare la sanità. “Mai nessuno come il governo Meloni ha combattuto la pratica dei gettonisti e ha cercato con il decreto del ministro Schillaci di evitare questa pratica e ridurre le liste d'attesa mentre lo schema normativo precedente avvantaggiava la sanità privata: la sanità privata convenzionata - osserva - concorre con la sanità pubblica ma non detta le regole".