Esondazione dei fiumi: «Il dissesto nasce dalla malagestione»

Esondazione dei fiumi: «Il dissesto nasce dalla malagestione»

Il problema va affrontato alla radice ridando forza alla pianificazione e prevenzione sul territorio

Le intense piogge di questi giorni non bastano a giustificare il continuo stato di calamità naturale in cui si trova il nostro territorio. La causa principale del diffuso dissesto idrogeologico è, infatti,  ancora la quotidiana “malagestione” dei fiumi e dei versanti. Il problema va affrontato alla radice ridando forza alla pianificazione e prevenzione sul territorio, superando la logica “emergenziale” dei finanziamenti a “pioggia” che si sono rivelati solo controproducenti.

Per questo il  WWF ritiene prioritario:
1) Istituire le Autorità di distretto, come previsto dalle direttive europee (dir 2000/60/CE “Acque”, 2007/60/CE “Rischio alluvionale”), conferendo loroun ruolo vincolante per il coordinamento delle misure e degli interventi di difesa del suolo e di qualità delle acque a livello di bacino idrografico, in un’ottica di reale “federalismo territoriale”;
2) Rivedere il “Piano strategico idrologico” previsto dal Ministero Dell’Ambiente e della Tutela del mare e del territorio integrandolo con azioni diffuse di rinaturazione sul territorio –come sta avvenendo nei più grandi bacini europei come la Loira, il Reno, il Danubio, la Drava… - basata sul recupero della capacità di ritenzione delle acque in montagna (rimboschimenti, governo delle foreste sostenibile) e sul recupero delle aree di esondazione naturale in pianura (ampliamento delle aree golenali, ripristino e ricostruzione zone umide….)
3) Ripristinare i finanziamenti ordinari per la difesa del suolo drasticamente tagliati anche nell’ultima finanziaria;
4) Garantire l’interdisciplinarietà nella progettazione delle misure e degli interventi di difesa del suolo: la solo ingegneria idraulica, infatti, è totalmente insufficiente ed è necessario progettare anche con competenze di idrogeologia, ecologia, scienze forestali, pianificazione….
5) Avviare una efficace politica di riduzione del “consumo del suolo”, ormai non più sopportabile e che, nel caso delle alluvioni e frane, sta  decisamente contribuendo all’aumento del rischio sul nostro territorio.



Il WWF è impegnato a proporre concretamente progetti differenti che seguono l’approccio di Paesi europei  sui grandi fiumi, basato su interdisciplinarietà, partecipazione, recupero della funzionalità ecologica del territorio e rinaturazione.

Nelle Marche, così pesantemente colpite in questi giorni dal maltempo, sul  fiume Esino all’interno della Riserva Naturale oasi WWF Ripa Bianca una delle più importanti zone umide delle regione, il WWF ha avviato un progetto per prevedere l’esondazione controllata  di terreni agricoli limitrofi all’alveo fluviale restituendo spazio vitale che consente di ridurre  il rischio idrogeologico per le zone più a valle.
Sul fiume Ete, dove si sono verificati i fatti più gravi di questi giorni, il WWF ha recentemente presentato un Progetto di mitigazione del rischio idraulico per  restituire alla dinamica fluviale la piana inondabile per aumentare la sicurezza idraulica, favorire la ricarica delle falde idriche; proporre  l’eventuale impianto di nuove colture agricole che possano resistere alle temporanee sommersioni, ripristinare habitat naturali .

Questo a dimostrazione che intervenire in modo diverso si può e si deve. E’ ora di farlo.

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