Ascoli - Il vice presidente della Regione Marche, 
Antonio Canzian, replica alle dichiarazioni dell’on. Luciano Agostini 
sul nuovo Inrca.
“Senza
 pudore. In nessun’altro modo può essere definito l’intervento di 
Agostini che, forse per motivi puramente elettorali e di facile consenso
 campanilistico, critica
 un progetto che, da vicepresidente della Giunta regionale, egli stesso 
ha a suo tempo avallato: la realizzazione del “Nuovo” Inrca-ospedale di 
rete Ancona sud che arriva solo oggi a causa di ricorsi e delle diatribe
 che caratterizzano l’amministrazione del
 nostro Paese. Incredibili le sue argomentazioni. 
Il progetto di “nuovo”
 ospedale, in realtà, unisce tre differenti strutture già esistenti: 
l’Inrca-Istituto nazionale – sottolineo nazionale – di ricerca e cura 
per anziani da recuperare ad una dignità perduta
 dopo molti anni di commissariamento, Italia longeva e l’ospedale di 
rete di Osimo e di tutta l’area sud. 
È bene ricordare che nel processo 
di riforma del sistema sanitario, ad Ancona l’ospedale di rete Umberto I
 è stato da tempo incluso nella struttura regionale
 di alta specializzazione di Torrette, così come avvenuto per il 
cardiologico Lancisi e come sta avvenendo per il pediatrico Salesi, 
anch’esso oggi in una propria sede. Quindi l’area di Ancona passa da 5 
presidi (Umberto I, Inrca, Lancisi, Salesi, ospedale
 di Osimo) a 2 strutture (Torrette e “Nuovo” Inrca). 
Altro che seconda 
nuova struttura per Ancona!!! 
Probabilmente ad Agostini non solo difetta
 il calcolo, ma anche la memoria. 
Se oggi grida allo scandalo, dov’era 
quando nel ruolo non certo secondario di vicepresidente
 della Regione ha condiviso questa strategia di razionalizzazione e ha 
contribuito proprio all’avvio del “nuovo” Inrca? Era seduto in Giunta, 
privo dello spirito da finta crociata che sfodera oggi. 
Comincio ad 
essere stanco di coloro che, invece di costruire,
 vogliono solo seminare divisione e spaccature in un territorio che 
avrebbe invece bisogno di coesione e unità! La comunità picena credo sia
 molto più avanti e condivide lo spirito di una riforma che vuole non 
soltanto qualificare gli ospedali, ma recuperare
 i servizi sociosanitari sul territorio. 
Lo dimostra, tra l’altro, la 
partecipazione attenta di tanti cittadini agli Stati generali della 
sanità picena dove, dati alla mano, è stato sfatato il falso mito di una
 Regione matrigna con Ascoli. E dove, se la memoria
 non difetta anche a me, non ricordo di aver visto l’onorevole Agostini a
 rappresentare il ‘suo’ Piceno”.