Ancona - Urge un piano di adattamento e mitigazione ai Cambiamenti Climatici che deve vedere la Regione Marche, in prima linea, bisogna attuare idonee politiche ambientali in piena sinergia con le altre regioni italiane e con l’Unione Europea.
Il 2014 è stato un anno record per le temperature: il più caldo, per le Marche dal 1961, con un valore medio di 14,5°C .
Il
 2014 è stato anche più piovoso rispetto alla norma, come i due anni 
precedenti: sono state registrate precipitazioni di 1007 mm, con un 
incremento del 20% rispetto al valore del quarantennio, in particolare 
nella Provincia di Pesaro e Urbino che ha addirittura raggiunto il 90%. 
Quello appena concluso è stato il settimo anno più piovoso dal 1961, ma 
il record aspetta ancora al 1976 con 1212mm. Sono sempre maggiori le 
violente precipitazioni.
"Grazie
 al lavoro svolto quotidianamente dall'ASSAM – sottolinea Gianluca Carrabs – oggi
 siamo in grado di capire la gravità in cui versano non solo le Marche 
ma tutto il nostro Paese. L’emergenza clima è sempre più drammatica e 
non agire è da irresponsabili. 
Oggi siamo tutti costernati davanti alla 
tragedia, ma non possiamo agire solo a ridosso dell’onda emotiva. 
Quindi, sia come Regione Marche ma anche e soprattutto come Paese 
Italia, urge prevedere un piano di adattamento e mitigazione; il piano 
del clima della Regione Marche risale al 2010, bisogna 
rinnovarlo e tener presente di questi nuovi e allarmanti dati. Si devono
 incentivare tutti i Comuni delle Marche che hanno aderito al Patto dei 
Sindaci e che hanno come obiettivo comune quello di individuare misure 
che contrastino i cambiamenti climatici".
Fino a qualche anno fa i Verdi venivano screditati e derisi quando lanciavano l’allarme sui cambiamenti climatici; ma oggi, purtroppo, si avvera ciò che era stato previsto: il nostro Paese crolla letteralmente a causa dei cambiamenti climatici. Non bisogna indignarsi solo quando purtroppo c'è la morte di una persona o quando ci sono i problemi, ma bisogna intervenire subito, ovunque è necessario, per evitare danni irreparabili e perché prevenire costa 10 volte meno che intervenire post calamità.